I numerosi programmi di slum upgrading in atto nello Stato di São Paulo perseguono l’integrazione socio-spaziale attraverso la rigenerazione delle realtà informali, per far sì che gli abitanti possano avere accesso a beni e servizi primari e raggiungere così, in maniera reale, standard di vita cittadini. Tali interventi sono diversificati: risentono del luogo, della storia della comunità, della sua permanenza nell’area, della presenza o assenza di zone di rischio. Tra le tante strategie percorribili, il nostro contributo intende presentare un’ipotesi di intervento per insediamenti informali. Si tratta di un progetto sperimentale per abitazioni unifamiliari verificato in Vila Nova Esperança, piccola favela ricadente in parte nel Comune di São Paulo e in parte in quello di Taboão da Serra, e per la quale attualmente non sono previsti interventi di rigenerazione. Lo studio, condotto attraverso sopralluoghi e interviste ai favelados, ha consentito una mappatura dell’area, alla luce degli obiettivi della ricerca. Il fine è stato quello di definire un progetto di abitazioni di base minima, la cui realizzazione potesse avvenire in tempo breve, prevedendo al contempo anche un’espansione programmata tanto dell’impianto quanto del sistema-casa. La caratteristica principale della strategia proposta è infatti la volontà di fornire una possibile metodologia di intervento a lungo termine, potenzialmente capace di incidere gradualmente sull’assetto della comunità. L’elaborazione si basa sulla volontà di conservare la ricchezza sociale riscontrata nella comunità, incidendo sulle condizioni di vita e di convivenza attraverso il progetto dell’abitare quale motore per attivare il miglioramento e contribuire allo sviluppo dell’area. Così, partendo da considerazioni urbano-architettoniche ampie ed articolate, si è ragionato sulle modalità di recupero e riconfigurazione degli spazi aperti. Mentre il progetto di architettura, calato nel tessuto consolidato del caso di studio, ha parallelamente previsto la definizione di luoghi a carattere collettivo destinati ad accrescere la coesione comunitaria già riscontrata nella favela.
Agopuntura comunitaria. Una strategia abitativa per Vila Nova Esperança / Sarno, Francesca; Bonomo, Chiara; Piacenti, Flavia; Argenti, Maria. - STAMPA. - (2018), pp. 476-481. (Intervento presentato al convegno III Congreso internacional de Vivienda Colectiva Sostenibile, Guadalajara, 2018 tenutosi a Guadalajara, MEXICO).
Agopuntura comunitaria. Una strategia abitativa per Vila Nova Esperança
Francesca Sarno
;BONOMO, CHIARA
;PIACENTI, FLAVIA
;Maria Argenti
2018
Abstract
I numerosi programmi di slum upgrading in atto nello Stato di São Paulo perseguono l’integrazione socio-spaziale attraverso la rigenerazione delle realtà informali, per far sì che gli abitanti possano avere accesso a beni e servizi primari e raggiungere così, in maniera reale, standard di vita cittadini. Tali interventi sono diversificati: risentono del luogo, della storia della comunità, della sua permanenza nell’area, della presenza o assenza di zone di rischio. Tra le tante strategie percorribili, il nostro contributo intende presentare un’ipotesi di intervento per insediamenti informali. Si tratta di un progetto sperimentale per abitazioni unifamiliari verificato in Vila Nova Esperança, piccola favela ricadente in parte nel Comune di São Paulo e in parte in quello di Taboão da Serra, e per la quale attualmente non sono previsti interventi di rigenerazione. Lo studio, condotto attraverso sopralluoghi e interviste ai favelados, ha consentito una mappatura dell’area, alla luce degli obiettivi della ricerca. Il fine è stato quello di definire un progetto di abitazioni di base minima, la cui realizzazione potesse avvenire in tempo breve, prevedendo al contempo anche un’espansione programmata tanto dell’impianto quanto del sistema-casa. La caratteristica principale della strategia proposta è infatti la volontà di fornire una possibile metodologia di intervento a lungo termine, potenzialmente capace di incidere gradualmente sull’assetto della comunità. L’elaborazione si basa sulla volontà di conservare la ricchezza sociale riscontrata nella comunità, incidendo sulle condizioni di vita e di convivenza attraverso il progetto dell’abitare quale motore per attivare il miglioramento e contribuire allo sviluppo dell’area. Così, partendo da considerazioni urbano-architettoniche ampie ed articolate, si è ragionato sulle modalità di recupero e riconfigurazione degli spazi aperti. Mentre il progetto di architettura, calato nel tessuto consolidato del caso di studio, ha parallelamente previsto la definizione di luoghi a carattere collettivo destinati ad accrescere la coesione comunitaria già riscontrata nella favela.File | Dimensione | Formato | |
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